Nella comunicazione le parole contano, ma non dobbiamo sottovalutare quanto altrettanto abbiano un ruolo le immagini, la grafica, le fotografie. Il risultato è legato al giusto mix delle componenti sopra richiamate, con un indubbio peso crescente della parte iconografica e grafica nella stagione digitale nella quale siamo tutti immersi, consapevoli o no.
Sin dall’esordio, nella primavera del 2019, di Costruire il futuro, abbiamo ritenuto fondamentale che alla cura dei contenuti, alla scelta dei temi, del loro approfondimento, corrispondesse un’eguale attenzione nei confronti di tutti gli aspetti legati all’immagine, quindi alla fruibilità, alla piacevolezza della rivista nella sua globalità.
Se l’obiettivo sia stato raggiunto lo potete giudicare solo voi, lettrici e lettori della pubblicazione. Da parte nostra possiamo garantire l’impegno a raccontare il mondo del costruito nelle sue numerose e complesse articolazioni. Un mondo ricco di professionalità, innovazione e capacità di guardare al futuro, contribuendo a disegnarlo. A costruirlo. Nel solco di tale attenzione si deve leggere l’iniziativa che qui vi presento: la serie delle sei copertine che caratterizzeranno i sei numeri del 2021 di costruire il futuro. Un percorso all’insegna dell’uniformità, con la declinazione del nome dell’associazione, Ance Brescia, declinata per esigenze di sintesi in ANCE BS, con ognuna delle lettere protagonista delle rispettive copertine. Il tutto in sintonia con la scelta di fondo di caratterizzare ogni anno la serie di pubblicazioni con copertine a tema.
Il primo anno si è lavorato sulla declinazione grafica di strutture architettoniche dall’anima futuristica, in linea con l’iniziativa Brescia Next. Lo scorso anno si sono utilizzati scatti fotografici particolarmente significativi. Particolare consenso è stato manifestato verso la copertina del numero 6, raffigurante la facciata di un palazzo immersa nel buio, squarciato al centro dalla luce di un potente raggio di sole. Al di là della bellezza intrinseca, la scelta ragionata premiò quella fotografia per il suo iconico significato: la speranza nel futuro che con nuova luce cancellerà il terribile buio pandemico che ha avvolto e in troppi casi stritolato le nostre vite.
Adriano Baffelli