Il resoconto di cinque anni alla presidenza della Camera di commercio di Brescia di Giuseppe Ambrosi, l’apporto professionale a favore delle economie del territorio, le prospettive future e l’opinione dell’ente camerale sui temi caldi che interessano il comparto edile
Sul terzo numero della rivista di Ance Brescia “Costruire il futuro”, il presidente della Camera di commercio Giuseppe Ambrosi ha rivelato interessanti aspetti sul tema della progettualità infrastrutturale e delle sue positive ricadute in termini di riqualificazione e pianificazione urbana, sulla questione formazione, fondamentale per rispondere alla pressante richiesta di professionalità specializzate, e sull’eventuale possibilità per Brescia di mostrare, nel prossimo futuro, le sue eccellenze durante alcuni eventi di portata internazionale.
Per il presidente Ambrosi, la laboriosità e la perseveranza bresciane sono due elementi chiave fondamentali, che caratterizzano le realtà produttive del territorio. Per garantire uno sviluppo performante dell’economia e delle imprese, che sposi e interagisca con i cambiamenti tecnologici moderni, Ambrosi sottolinea l’importanza della ricerca universitaria e la formazione di addetti preparati nelle scuole tecniche secondarie di Brescia.
In termini di ricadute sulle imprese edili, l’eterogeneità delle economie produttive bresciane e il dinamismo imprenditoriale che caratterizza il territorio porteranno a una nuova pianificazione dei conglomerati urbani, che attrarranno sempre più attività e forza lavoro. Da qui la necessità di costruire e sviluppare aree industriali e commerciali. A supporto di questa trasformazione, però, deve esserci un’intensa pianificazione infrastrutturale. “Diverse imprese decidono di localizzarsi nei pressi delle reti di comunicazione permettendo, di conseguenza, la nascita di aree urbane che fungono da satelliti di vita e di crescita, tuttavia – precisa Ambrosi – la realizzazione di infrastrutture, che purtroppo in Italia incontra non poche difficoltà, dà vita a seri problemi per il settore edile, causando la moria di numerose imprese, e con questa, lo spostamento all’estero o verso altre zone di know-how e tecnici formati in decenni di lavoro”.
Leggi l’intervista completa sul n. 3/2019 del bimestrale “Costruire il futuro”.